Il tarlo

Il tarlo

Che cosa è il tarlo?

I tarli (anobidi, cerambicidi, lictidi, fra i più comuni) sviluppano, lungo il loro ciclo biologico, quattro stadi vitali: uova, larva, pupa, adulto.

Le uova, invisibili a occhio nudo, vengono deposte nelle fessure ed asperità superficiali del legno, in numero variabile, a seconda della specie: Lictide da 50 a 60; Anobide da 20 a 40; Cerambicidi fino a 100.
Dalle uova deposte, alla schiusa nascono, entro tre settimane al massimo, a seconda della specie, altrettante larve, che cominciano a scavare.

Il periodo larvale di scavo può durare per i Lictidi da sei mesi a diciotto mesi, per gli Anobidi da due a quattro anni, per i Cerambicidi fino a quindici o più anni. La differenza nei tempi del ciclo biologico è fortemente influenzata dalle condizioni ambientali (temperatura, umidità, luoghi poco frequentati, quindi non riscaldati d’inverno).

Raggiunta la maturità, la larva si sposta in prossimità della superficie del legno dove allestisce la camera pupale, all’interno della quale resterà per circa 15 giorni sotto forma di pupa. Terminata la fase pupale, il tarlo, ormai adulto in forma di coleottero, pratica il foro di sfarfallamento, cioè di uscita.

La femmina attira il maschio con feromoni, per concludere il ciclo vitale con la riproduzione e la nuova ovo-deposizione.
Solo una specie della famiglia anobidae, lo Xestobium rufovillosum, emette suoni di richiamo per la femmina, sotto forma di colpi battuti con ritmo regolare, prodotti con il pronoto, la corazza che ricopre il capo, contro le pareti della camera pupale. Per questa ragione, la specie è nominata anche “Orologio della morte”.